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Una cèrta Donatella Cèrto/Cèrta, agg., agg. e pron. indef., s. m., s. f. [lat. certus]. 1. Agg Riferito a persona 2. Agg Riferito a cosa. 3. Agg. indef. 4. Come pron., al plur. 5. Con valore di sost. 6. Nel linguaggio comm. Avv. certaménte (v.)

Nel numero 23/23 di Vanity Fair, la giornalista Chiara Oltolini mi definisce “una certa Donatella”. Non scrive il mio cognome e neanche che sono un’ agente, preferisce questa dicitura, indefinita sì, ma anche fortemente evocativa, a raccontare di me e del mio lavoro. Una certa cosa, ma forse ancora di più, una cosa certa: da un lato il valore indefinito della ricerca, per accogliere le infinite possibilità delle esperienze e dell’incontro e, dall’altro, quello accrescitivo, di chi è fermamente persuaso e sicuro, fedele e fidato, per fare certo e assicurare. Una quantità precisa, ma non descritta, di fede per sostenere ciò che è autentico e reale e l’effetto immancabile e indubitabile dell’impegno, della responsabilità e della cura. Il valore allusivo ad una certa visione che per volgarità e stranezza si contrappone al discorso normale e quello ironico e spregiativo di chi deve avere a che fare con certa gente come me, come noi.