Eugenia Delbue

Altezza: 170 cm
Occhi: marroni
Capelli: castani
Lingue: inglese, francese
Skill: autrice, formatrice di teatro e hatha yoga, vocal coach, danza contemporanea, modella vivente, virtual reality
 
Bio
Eugenia Delbue è attrice, autrice e modella vivente per le arti figurative.
Tra le esperienze formative attraversate, accademiche e indipendenti, si staglia l’incontro con Fiorenza Menni. Dal 2016 segue in modo continuativo i percorsi di formazione da lei condotti mettendo sempre più a fuoco domande e questioni inerenti all’attorialità e alla pedagogia in ambito performativo. Dal 2020, insieme a Margherita Kay Budillon, lavora a “di pratica e di evanescenza”, un progetto sperimentale di archivio di esercizi performativi che possa trasmettere la pratica formativa di Fiorenza Menni in sua assenza. Ha frequentato il corso triennale di Tecnica della Rappresentazione “Scuola
Cònia” diretto da Claudia Castellucci, l’Istituto di Ricerca di Arte Applicata Societas e “I vasi comunicanti”, scuola di alta formazione e ricerca yoga fondata da Francesca Proia.
Come attrice, collabora con il collettivo Ateliersi in progetti teatrali di produzione e formazione, ed è
diretta davanti alla camera, tra gli altri e le altre, da Jacopo Miliani ne “La discoteca” (cortometraggio
acquisito dal Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato) e da Arkasha Stevenson in “The
First Omen” (produzione internazionale 20th Century Studios).
Come autrice, presenta: “IX PAESAGGIO da Cesare Pavese” (2020) e “come ferma rupe” (2021)
sull’opera poetica di Giorgio Caproni, letture sceniche di cui è ideatrice e co-interprete; l’azione
performativa “nota a mano” (2021) e lo studio “civetta” (2022), prime tappe di una ricerca sul ritratto e sull’azione del tempo insieme all’attrice Rebecca Sisti. Dal 2023 prosegue questa ricerca lavorando come modella vivente per l’Accademia di Belle Arti di Bologna.
Insieme a Caterina Dufì (alias Vipera) scrive e presenta atti poetici elettronici a due voci, sul filo di una ricerca comune attorno alla parola poetica scaturita da un’attenzione descrittiva. A “L’intrico dei rami di alberi differenti ha svelato due modi distinti per vedere il cielo” (2022), performance componibile per parti grazie al lancio di un dado, segue “SUPER-ZOOM” (2024), lezione di ottica scientifico-lirica a partire dall’opera dell’artista visivo Emanuele Caprioli. Sono attualmente in produzione della loro prima opera discografica per Zoopalco Poetry Label.
Ha presentato le proprie creazioni presso Lo spazio letterario (Bologna) – Marsèll Paradise (Milano) – Argo16 (Venezia) – Triennale Milano (Milano) – Teatro Piccolo Orologio (Reggio Emilia) – Festival Internazionale della Poesia di Genova (Genova) – Teatro Comandini (Cesena) ed è stata artista in residenza presso il Centro Teatrale MaMiMò (Reggio Emilia), Tagli (Stromboli), DAS Dispositivo Arti
Sperimentali (Bologna), Casa Mia (Preone, Carnia), CSS Teatro stabile di innovazione del FVG (Codroipo), PimOff (Milano).