Gaetano Ventriglia

Altezza: 171 cm
Occhi: marroni
Capelli: castano
 
Bio
Definito da Ascanio Celestini “il più grande attore del ventunesimo secolo”, ha conseguito svariati
premi e riconoscimenti critici a sancire il valore della sua ricerca (ad esempio il premio Candoni).
Di origine foggiana, è da molti anni residente a Livorno dove tuttora opera e lavora.
Il suo, come ha scritto Attilio Scarpellini, è “un teatro fatto di minuziose, talvolta impercettibili,
trasfigurazioni di corpi e di cose”; un teatro onirico in cui la poetica di Pier Paolo Pasolini si fonde con
la visionarietà di Eduardo De Filippo e la ricerca umana e spirituale di Fëdor Michajlovič Dostoevskij:
sono infatti questi i tre modelli dichiarati e riconosciuti dell’attore foggiano, mischiati alla lezione
performativa di Leo De Berardinis e Jerzy Grotowski.
Inizia la sua attività nel 1988 scrivendo ed interpretando l’atto unico Schifo: seguono, tra gli altri
Discarica, Detriti e Serrature.
A partire da Mmocca, 1996, libera la sua produzione matura.
Nel 1998 porta in scena Cicoria – in fondo al mondo, Pasolini, spettacolo ideato ed interpretato insieme
con Ascanio Celestini. Cicoria, testo di fondazione di quel genere di grande successo che è il “teatro di
narrazione” ed esordio drammaturgico dello stesso Celestini, racconta di un viaggio di un padre
romano (Celestini) e di un figlio foggiano (Ventriglia) che, dalla periferia pugliese, giungono infine a
Roma. Lo spettacolo ottiene grandi consensi nell’ambito della critica specializzata ed è nel circuito dei
più prestigiosi festival “off”, tra cui VolterraTeatro ’99.
Negli anni seguenti scrive ed interpreta lo spettacolo punk Madonna dei fottuti (1999), insieme
all’attore regista sardo Marco Sanna e alla sorella attrice e autrice Francesca Ventriglia, ed Adeus
(Foggia Lisbona Sarajevo) (2001): spettacolo “lirico” il cui racconto si snoda attraverso i versi di
Fernando Pessoa, di Baudelaire e la nuova poesia bosniaca, sullo sfondo della musica dei Velvet
Underground e di Patti Smith.
Nel 2003, con l’autrice ed attrice Silvia Garbuggino, fonda il gruppo Malasemenza con cui realizza
un’ambiziosa trilogia sull’opera di Dostoevskij: nel 2003 Ventriglia e Garbuggino inscenano Nella luce
idiota da L’idiota; e nel 2005 presentano la seconda tappa della ricerca, prima stanza (studio da I
Fratelli Karamazov).
Nell’aprile 2005, in veste di autore e performer solista Ventriglia realizza Kitèmmùrt, (Amleto atto V
scena II): lettura della tragedia shakespeariana per un solo attore che si moltiplica in tutti i personaggi
della pièce con toni oscillanti tra il surreale ed il grottesco, senza tralasciare il lirismo che dell’attautore
è la cifra distintiva. Riguardo a Kitèmmùrt ha scritto Scarpellini: “Magma da riordinare, tragedia
sempre ‘da scrivere’, l’Amleto si presta alla prova o alla confessione. Ventriglia unisce una e l’altra, dice
sé stesso dissimulandosi nella ‘recita’ (proprio come il Principe di Danimarca), e afferma il teatro come
luogo in cui la verità, messa tra due specchi, perde la bussola e si moltiplica”. Sempre attorno all’Amleto
di Shakespeare conduce il laboratorio permanente sul lavoro dell’attore “Qualcosa che non si può
mostrare”.